Statua Madonna nella chiesetta di S. Benedetto

Statua della "Madonna della discarica"
Nella chiesetta di S. Benedetto è situata una statua della Madonna recuperata in una discarica (detta anche la Madonna della discarica).
Di seguito la storia della statua, descritta da P. D. Tiziano parroco all’epoca del ritrovamento:

Dopo anni di incuria e di abbandono, questa statua della Beata Vergine Maria, è stata riportata alla venerazione dei fedeli.  La storia che noi riusciamo a ricostruire di questa immagine è presto detta.
Andando a portare l’Eucarestia ad Angelo Albertin, parrocchiano di Praglia, il parroco si accorse che sotto il capannone degli attrezzi agricoli c’era una statua in gesso dipinto della Madonna in grandezza naturale e gli chiese come mai fosse lì e da dove potesse provenire. L’anziano rispose che gliela aveva lasciata un suo conoscente che l’aveva trovata in una discarica.
In effetti, la statua era in brutte condizioni, specialmente il Bambino, che la Madonna tiene sul braccio sinistro, e la mano destra della Madonna mancava del tutto. Inoltre anche la statica della statua era molto compromessa.
Il parroco rimase colpito dalla bellezza e finezza del volto, che rimaneva la parte meno offesa della statua. Il parroco chiese alla famiglia Albertin se la donava alla parrocchia, per esporla alla venerazione dei fedeli. Avuta risposta affermativa, la statua fu portata a Praglia.  Ma lo scopo per cui la sacra immagine era stata portata a Praglia, sembrava irraggiungibile dato le condizioni nelle quali era ridotta. In un primo momento si pensò addirittura di riportare il tutto alla famiglia Albertin, ma poi in attesa di tempi migliori fu messa sotto un portico. E questi tempi migliori vennero finalmente.

Statua prima del restauro Restauro:
Bruno Donà, restauratore di Treponti, aveva restaurato per la parrocchia di Praglia le statue di S. Agnese e di S. Cecilia, riportandole alla loro originale bellezza.  Gli fu chiesto consiglio per un eventuale restauro. Il suo parere favorevole, il suo giudizio di esperto che si trattava di un’opera pregevole anche se mal ridotta, e la sua disponibilità a fare il lavoro, determinarono l’avvio del restauro. Questa la descrizione del lavoro fatto e dei risultato ottenuto: “Il primo intervento è stato quello di ricostruire la base, completamente mancante, con legno di cipresso arricchendola con cornici sagomate sempre dello stesso legno.  Successivamente si è passato al consolidamento complessivo della statua, creando dei sostegni di ferro posti all’interno della base  cementati con una gettata di gesso alabastrino (un gesso specifico per statue).  Poi si è passati alla ricostruzione delle parti mancanti; alla Madonna è stata rifatta la mano destra e lo scettro, al Bambino il piede sinistro, parte della mano destra e del volto. Da notare che la testa del Bambino era completamente staccata, quindi si è provveduto a riattaccarla al resto del corpo.

 

Particolare

Anche per la testa della Madonna sì è dovuto attuare un lavoro di consolidamento con tela di lino.
In seguito si è intervenuti sulla dipintura scrostando tutto il colore vecchio, tranne che sul volto della Madonna. La statua è stata stuccata e levigata, infine, rifatta la gessatura. L’ultima fase è stata il rifacimento di tutta la policromia con decorazioni in oro della tunica, e dei manto della Madonna e della veste del Bambino, riproducendo l’ornamento originale. La nuova base di legno è stata dipinta a”finto marmo”.

All’interno della statua è stata messa una pergamena con le vicende dell’immagine, e con una preghiera che onora questa bella opera, aggiungendo ai venerando titolo di Santa Madre di Dio i bei titoli di Madre della Santa Chiesa, di Regina della pace e di baluardo dei mondo.

Ecco il testo della pergamena:

Simulacrum istud
Beatae Mariae Virginis
quod impia manu deiectum
Michael Burattin de Tencarodula
pietate commotus
de loco immundo eripuit
Angel us Albertin pater familias
recepit et custodivit
in domo sua
petentique parocho
D.no Titiano Sartori O.S.B.
donavit
Bruno et Victorius Donà artifices
in pristinum decorem
refecerunt
Plebs Prataleensis
filiali devotione exultans
honora vit
Sancta Maria Mater Dei
et Mater Sanctæ Ecclesiæ
Regina pacis
et mundi Col umen
ora pro nobis peccatori bus
adi uva fientes, mopes et ægros
spes mica cunctis
per acuta vítæ
certa sai utis
Pratalea VIII decembris MMV
Questa statua
della Beata Vergine Maria
che con mano empia era stata rigettata
Michele Burattin di Tencarola
mosso da pietà
dal luogo immondo ha salvato
Angelo Albertin padre di famiglia
ha accolto e custodito
nella sua casa
e al richiedente parroco
Don Tiziano Sartori O.S.B.
la donò
Bruno e Vittorio Donà artisti
nell’originale splendore
la riportarono
il popolo di Praglia
con filiale devozione esultante
con pubblico culto ha onorato
Santa  Maria Madre di Dio
e Madre della Santa Chiesa
Regina della pace
e baluardo sicuro del mondo
prega per noi peccatori,
aiuta chi piange, i poveri e i malati
a tutti risplendi
nelle prove della vita
speranza di sicura salvezza
Praglia VIII dicembre MMV

La statua restaurata, fu solennemente restituita alla venerazione dei fedeli il giorno 8 dicembre 2005, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Esposta alla venerazione del fedeli per qualche mese nella cappella della Madonna nella basilica di Praglia, fu  portata con gioia e soddisfazione dei parrocchiani di Praglia, con una partecipata processione, alla chiesa di S. Benedetto il 31 maggio 2006. qui poggia su un piedestallo di pietra di Custozza, donato dalla famiglia Busato Lorenzo.

Sua Eccellenza Mons. Antonio Mattiazzo, Vescovo di Padova, in visita pastorale alla parrocchia di Praglia, tra il tripudio di tutti i Pragliesi, ed esaudendo un loro desiderio, con rito solenne ha incoronato la statua il 4 novembre 2007.